«Porto al collo una piccola croce ortodossa che brilla al sole mentre spacco la legna a torso nudo. Nei miei sogni di bambino, un Robinson dei boschi biondo e barbuto non poteva non avere sul petto la croce di Cristo.
Amo quell’uomo che assolveva le adultere, viaggiava a piedi
raccontando parabole cariche di pessimismo, svillaneggiava i borghesi e alla fine è andato a suicidarsi in cima a una collina sapendo che là lo aspettava la morte.
Sento di appartenere alla cristianità, una comunità di uomini i quali, scegliendo di adorare un dio che professava l’amore, hanno permesso alla libertà, alla ragione e alla giustizia di invadere il loro mondo.
Quello che mi frena è il cristianesimo, termine con cui viene chiamata la manipolazione della parola evangelica da parte del clero, una combriccola di stregoni muniti di tiare e campanelli, i quali hanno trasformato un messaggio pieno di ardore in un codice penale.»
Sylvain Tesson – Nelle foreste siberiane
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