Rileggo i «Dubbi amorosi», scritti da Pietro Aretino nel 1526, e ne concludo che solo cercando di ispirarci alla saggezza di questi grandi autori del passato, che si sono occupati, per così dire, del diritto delle relazioni amorose tra le persone, potremo capire e delineare esattamente la nozione di «congiunto» ai fine della legislazione emergenziale sul coronavirus.
«Dubbio VII
Due drudi d’Isabella Milanese
per fuggir le question fero contratto:
l’uno la potta e l’altro il cul si prese;
e così fu tra lor piú giorni fatto.
Una notte ch’avea costei il marchese
l’uno chiavolla in cul fuori del patto,
l’altro potria accusarlo di ragione
per l’usurpata sua giurisdizione?
Risoluzione VII
Già Bartolo nel titolo in che modo
la servitù si perdono, nel fine
della legge si locus, dà nel chiodo
e vuol che, se le strade son vicine,
sia lecito passare in loco sodo,
purché sia parte congrua e di confine;
talché non gli è tenuto, anzi fu saggio
quel che nel tondo traversò il vïaggio.»