«C’è un inquinamento che ci sta avvelenando.
Ogni giorno.
Più volte al giorno.
E non ne siamo nemmeno consapevoli.
È un inquinamento che ha origine da un luogo sacro trasformato in una vera e propria discarica.
È dalla nostra mente che parte la nube tossica dei pensieri, delle preoccupazioni, dei ragionamenti, delle notizie che senza chiedere il permesso entrano prepotentemente in noi.
La nostra mente riceve tonnellate di rifiuti quotidianamente. Non riciclabili. Ma c’è un modo per porre fine a questo avvelenamento d’anima: ci dobbiamo trasformare in pescatori di intuizioni.
Scegliere il luogo sul fiume che ci fa stare bene ed attendere con fiducia che abbocchi qualche intuizione all’amo della nostra domanda. I ragionamenti ci consumano, le intuizioni ci rigenerano.
Il pescatore non può controllare la sua cattura. Può scegliere il luogo adatto, l’esca migliore, godersi l’attesa e rimanere pronto a scattare al minimo movimento dell’amo.
È ora di divenire pescatori silenziosi, pacati, attenti.
E di afferrare la soluzione nel nostro sentire, non nel ragionamento. C’è un mare di intuizioni che attende di essere scoperto.
Là sotto, dove non si può vedere nulla.
Ma dove sono depositati tesori che vogliono essere portati a galla. Puliamo il mondo.
Pulendo prima noi stessi.»
(Elena Bernabè)