«Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha detto che se non si riesce a piegare la curva, il personale sanitario non reggerà. Lei quanto lavora?
«Dalle 8 alle 21, quasi uguale anche i festivi. Fortuna che mio marito fa lo stesso mestiere, non abbiamo figli, viviamo lo stesso carico emotivo. Comunque, condivido l’allarme del ministro. A parte la stanchezza di oggi che va a sommarsi a quella non smaltita della volta precedente, a parte i colleghi che hanno perso la vita e a quelli che si infettano, c’è un cambio di atteggiamento collettivo che rende più gravoso il lavoro di noi tutti. Siamo passati dall’essere considerati eroi, che per carità era una esagerazione, a essere vissuti con ostilità, come se fossimo noi, medici e infermieri, i responsabili di quello che sta accadendo».»